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Il golpe di Napolitano

Il golpe di Napolitano

Un paese illegittimo

Caro Re Giorgio, che mi guardi storto
perché metto le birbe alla berlina
coi miei suonetti, bacchettando spesso
anche l’augusta tua persona, visto
che più lunga e complessa è questa volta
la mia brusca e pungente ramanzina,
te la faccio slegata in versi sciolti.

Se non sbaglio il tuo golpe è incominciato
quando a un certo momento, in previsione
d’uno sconvolgimento democratico,
hai nominato senatore a vita
un certo Monti, sconosciuto a tutti,
che non aveva i titoli richiesti
dalla Costituzione, e poi, scalzando
il Cavaliere Silvio Berlusconi,
l’hai fatto Presidente del Consiglio.
Da lì sono iniziati i nostri guai,
per rimediare ai quali, espulso Monti,
hai fatto Presidente del Consiglio
Enrico Letta: un altro fiasco, ahimè!
Ma il bis non t’è bastato e come terzo
hai nominato Capo del Governo
Matteo Renzi, quando tutto il popolo
ti chiedeva a gran voce le elezioni.
E’ stata insomma tutta una catena
di violazioni e tradimenti oscuri
che risalgono ancora più lontano,
al tuo flirt con Gianfranco e con la Merkel
per sbalzare di sella il Cavaliere.
Quelle tre presidenze hanno prodotto
a loro volta una serie di nomine,
politiche, economiche e sociali,
talché l’abuso del potere tuo
ha invaso tutti i gangli del Paese.
La corruzione intanto dilagava
e la democrazia stava a guardare.
Tu sei pertanto stato un traditore,
che, per calcolo o per incompetenza,
ha commesso un abuso dietro l’altro.
Hai mantenuto in vita un Parlamento
che la Consulta ha dichiarato illecito,
ed è quello il peccato originale
da cui via via sono poi derivati
tutti quegli altri: una serie di illeciti
che hanno reso illegittimo il Paese.
E dentro quella illegittimità,
che l’eguale non ha negli altri Stati,
hai trascinato tutti gl’italiani,
che sono anch’essi dei figli illegittimi.
Ora il tuo successore, un Presidente
eletto da illegittimi elettori
protrarrà questa assurda situazione
sine die, sino a quando un nuovo capo
dello Stato, volente o non volente,
scioglierà finalmente il Parlamento,
rimandando a votare gl’Italiani.
Ma il risultato di quelle elezioni
sarà anch’esso illegittimo, perché
sia gli elettori che gli eletti stessi,
saranno a loro volta i discendenti
dell’antico peccato originale,
che graverà sopra le loro teste
fintantoché non giunga un Redentore
(un nuovo Uomo della Provvidenza),
che, fatta piazza pulita di tutto,
riscatti, bene o male, il Bel Paese.

Mario Scaffidi Abbate
15 gennaio 2015